“siparietto” di e con il Senatore Mario Monti

In Onda La7 – 27 novembre 2021

David Parenzo: Certo quei 7 milioni di vaccinati italiani, per scelta però a differenza degli altri che non possono scegliere..

Concita de Gregorio: Certo, la pericolosità della popolazione mondiale non vaccinata è enorme.
Senatore Monti il professor Bassetti poco fa criticava l’OMS dicendo che si è messa la scienza al servizio della politica, a partire da questo dettaglio non irrilevante della scelta della lettera dell’alfabeto greco per indicare questo nuovo virus. La scienza è al servizio della politica? Dovrebbe essere il contrario.

Mario Monti: Allora prima di tutto una osservazione sui dati. Avete mostrato l’enorme squilibrio che c’è nel mondo e quando è stato detto che solo il 3% del personale medico è in Africa vorrei aggiungere che il 90% del personale medico in Africa non ha ricevuto la vaccinazione, questa è la sintesi del disastro. Di quel 3% il 90% non ha ricevuto la vaccinazione.
Politica, scienza, io direi questo, da due anni con lo scoppio della pandemia di colpo abbiamo visto che il modo in cui è organizzato il nostro mondo è desueto, non serve più. Due cose che sono state toccate: la comunicazione e la governance del mondo dal punto di vista della sanità.
Comunicazione: subito abbiamo incominciato ad usare il termine guerra, perché è una guerra, ma non abbiamo minimamente usato in nessun paese una politica di comunicazione adatta alla guerra. E forse oggi non si riesce più, anche se ci fosse una guerra vera, ad avere una comunicazione come quella che si aveva nel caso di guerre. Io credo che bisognerà, andando avanti in questa pandemia o comunque per futuri disastri globali della salute, trovare un sistema che concilii certamente la libertà di espressione ma che dosi dall’alto l’informazione.

CdG: È molto interessante questo senatore cosa intende esattamente con comunicazione di guerra, la censura delle opinioni avverse

MM: ma no io ho partecipato nella prime settimane della pandemia nell’anno scorso ad una trasmissione di questa rete, al mattino, Omnibus e mi sono permesso di dire che andando avanti così, se di pandemia si parlerà in modo colto, vivace, vibrato, interessante 20 ore al giorno nei talk show di cisacun canale si farà un disastro e sono ancora convinto di questo.

CdG: Vorrei restare sul tema della comunicazione di guerra perché noi che la guerra non l’abbiamo vissuta, l’abbiamo studiata sui libri la comunicazione di guerra, che cos’è esattamente?

MM: beh la comunicazione di guerra anch’io l’ho conosciuta incosciente perché sono nato a due anni dalla fine della guerra e non ho molto seguito l’attualità in quei due anni di guerra. Ma la comunicazione di guerra significa che c’è un dosaggio dell’informazione che nel caso di guerre tradizionali è odioso perché vuole far virare la coscienza e la consapevolezza della gente ma nel caso della pandemia, quando la guerra non è contro un altro Stato ma è contro un morbo, contro una cosa che è comune a tutto il mondo io credo che bisogna trovare delle modalità, posso dire, meno democratiche secondo per secondo nella sua amministrazione dell’informazione

CdG: ma scusi questo dosaggio questo controllo a chi spetta

DP: aspetta spieghiamolo bene perché vedo già la rete che dirà Monti … quindi spieghi bene il concetto perché è interessante

MM: Senta abbiamo o non abbiamo accettato delle limitazioni molto forti alla nostra libertà di movimento? Ed è bene che siano venute da parte dei governi, quindi in una situazione di guerra, quando l’interesse di ciascuno coincide con l’interesse pubblico pena il disastro del paese e di ciascuno si accettano delle limitazioni alla libertà. Noi ci siamo abituati a considerare la possibilità incondizionata di dire qualsiasi profonda verità o qualsiasi sciocchezza su qualsiasi media come un diritto inalienabile garantito dalla “Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo”

DP: qui non ce lo possiamo permettere

CdG: il problema che vedo è chi decide perché noi abbiamo avuto in un passato nemmeno troppo remoto il ministero della propaganda che faceva questo cioè controllava l’informazione sotto un regime, sotto una dittatura, allora in un regime democratico chi governa la misura, il dosaggio, come lei dice, della comunicazione, chi dovrebbe farlo?

MM: Il governo, ispirato, nutrito, istruito dalle autorità sanitarie. Ma guardate che ci siamo già in questo perché subiamo delle limitazioni molto più gravi …

https://www.la7.it/in-onda/video/covid-monti-bisogna-trovare-delle-modalita-meno-democratiche-nella-somministrazione-dellinformazione-27-11-2021-411017


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