Forse non tutti sanno che

… dal 1992 in Italia è in vigore un particolare trattamento penitenziario che prevede che il detenuto stia sempre isolato, con solo due ore d’aria al giorno, in compagnia di un massimo di tre persone. La cella è dotata esclusivamente degli arredi essenziali: letto, tavolo, armadio, sedia/sgabello, specchio in plexiglass e televisore agganciato al muro, che può peraltro trasmettere solo canali nazionali; persino le pentole hanno dimensioni prestabilite e non possono essere più di due; non si possono ricevere dall’esterno generi alimentari che prevedano cottura; le foto appese in cella vanno autorizzate dalla direzione; non si possono tenere più di quattro libri ed è vietato riceverli per posta, si possono solo prendere in biblioteca od ordinandoli dal carcere; non sono ammessi quotidiani nazionali dell’area da cui si proviene; non sono concessi gli incontri con i garanti, salvo il garante nazionale; sono vietate le iscrizioni ad associazioni e partiti. Il gruppo di socialità, di massimo quattro persone, è scelto dalla direzione del carcere, che decide quindi con chi avere rapporti e quando eventualmente reciderli. Al di fuori dal gruppo assegnato è vietato l’accesso a spazi comuni e qualsiasi forma di contatto con gli altri detenuti. I colloqui con i familiari sono limitati ad uno al mese e anche il contatto fisico è impedito da un vetro divisorio. Esclusivamente per coloro che non effettuano colloqui, e dopo sei mesi di reclusione, può essere autorizzata una telefonata mensile della durata di dieci minuti con i familiari e conviventi che va fatta dal carcere più vicino al luogo di residenza. I colloqui sono video e audio registrati. La posta in entrata e in uscita è sottoposta a visto di censura. La partecipazione ai processi è prevista esclusivamente a distanza in videoconferenza creando enormi difficoltà alla difesa e una progressiva scomparsa della presenza attiva dell’imputato e dell’imputata in aula.

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Questo breve post, come quelli che seguiranno, sono un contributo alla campagna per l’eliminazione del regime del 41bis e dell’ergastolo ostativo.

Si tratta per lo più di brani tratti da libri di cui consiglio comunque l’acquisto e la lettura integrale. La mia speranza è che questi piccoli estratti riescano, per quanto possibile, a dare un’idea di quel che si può fare in nome dell’amministrazione della giustizia, in particolare quando si sceglie di intervenire a posteriori ossia mirando l’autore dell’atto indesiderato, senza il minimo interesse alle ragioni, personali o sociali, della genesi di tali atti.

Evidentemente la ricerca delle cause rischierebbe di sollevare delle questioni troppo scomode o complesse per gli equilibri del progresso borghese.

Queste pagine vogliono essere un cotributo di solidarietà allo sciopero della fame di Alfredo Cospito, Anna, Juan e Ivan, contro il 41bis e l’ergastolo ostativo.

Qui una parzialissima rassegna stampa sullo sciopero della fame di Alfredo

dicembre 2022

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