cosa stiamo dicendo?

due amici si incontrano, il primo dice “ieri ho passato una noiosissima giornata a sistemare le bollette”.

il secondo:

(a) se ne frega, in questo momento ha altre cose per la testa, cambia subito argomento

(b) sistema metodicamente le sue bollette appena arrivano e trova molto approssimativo il modo di fare dell’amico, si confronta con il fare dell’altro e non ne riporta una buona impressione

(c) non sopporta le carte, trova che siano una gran perdita di tempo, si aspettava che l’amico avesse fatto delle cose piu’ interessanti, si confronta con il fare dell’altro e non ne riporta una buona impressione

(d) fa saltuariamente la stessa operazione, noiosa ma che ritiene necessaria, si confronta con il fare dell’altro e ne riporta una buona impressione

(e) l’operazione gli risulta del tutto inconsueta, si confronta con il fare dell’altro e chiede ragguagli

(f) …

Una singola semplice comunicazione tra due persone che si conoscono può sortire i risultati più diversi.

Quante volte volte ci confrontiamo con il fare dell’altro nel raccontarci le cose o nell’ascoltare le cose che l’altro racconta? E’ questa una ragione di incomprensione o semplicemente significa che spiegarsi richiede qualcosa di più che non le semplici sole parole che descrivono il nostro pensiero? O che esercitare un giudizio rischia sempre di essere una operazione un po’ affrettata?

tommaso, 19 aprile 2010


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