il wafer

uomini e donne che camminano con passo incerto nel terreno sommariamente descritto nei post precedenti  si muovono e relazionano anche con uno spazio esterno più generale che e’ fatto di aggregati sociali e elementi materiali.

Andando un po’ con l’accetta, tralasciando le sovrapposizioni che inevitabilmente vi sono tra questi ambiti, restando quindi nell’ambito della premessa, è necessario notare che non necessariamente il binomio comunicazione / relazione tra soggetto e soggetto si sviluppa con le stesse dinamiche con cui si sviluppa tra soggetto e collettività, tra collettività e collettività e così via.

In pratica avremo da compilare una sorta di wafer 3D che spacchettato diviene una griglia come questa:

Tenuto conto che ogni casella ha un rapporto anche con le altre ne viene fuori un sistema indiscutibilmente articolato che dovrebbe però riuscire a dar conto e ragione quantomeno della complessità degli eventi.

Per ciascuna di queste caselle e dei loro tratti di confine si potrebbero citare intere bilioteche di ipotesi, riflessioni, teorie e applicazioni pratiche. Molte risposte convincenti sono a disponibili e spesso gli angoli bui sono abbastanza isolati. Invece non è sempre facile costruire il quadro d’insieme anche perché, appunto, le leggi che regolano diversi ambiti non sono necessariamente le stesse. La meccanica quantistica e la teoria dello spazio tempo convivono su scale enormemente diverse. La teoria della probabilità applicata alle dinamiche sociali rischia di diventare un gioco pericoloso, spesso si vogliono mettere gli stessi vestiti al mondo e si sbaglia.

Ciascuno di noi ha un suo modo per riempire le caselle del wafer, di pensieri o sotterfugi. E’ difficile andare in giro senza.

 

 

tommaso, 28 aprile 2010


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