ostriche e pendolari

Va detto che la cosa ha dell’incredibile.

In piena crisi, in una situazione in cui l’emergenza sociale buca tutti i giorni le prime pagine dei giornali, anche dei più “ottimisti”;

in un momento in cui rischiano di venire meno i già risicati ammortizzatori sociali a fronte di una disoccupazione in costante crescita;

in un momento il cui le emergenze ambientali antropiche e/o naturali pongono dei serissimi, gravi ed urgenti interrogativi e le nostre campagne come le nostre città necessiterebbero di essere bonificate, la produzione e il consumo di energia necessiterebbero delle alternative, i rifiuti rischiano di inondare quel che resta del nostro paesaggio…;

in un momento in cui le amministrazioni comunali non hanno di che far funzionare le strutture essenziali del servizio pubblico, dai trasporti ai presidi territoriali;

in un momento in cui il servizio sanitario va deciso verso lo sfascio e la scuola ci è praticamente già arrivata:

le uniche cose che sembrano procedere dritte verso la meta sono l’acquisto di velivoli da guerra, per altro notoriamente scassati, e il conseguimento del risparmio di 30 minuti nel trasporto delle merci sul tratto ferroviario che da Torino va a Lione.

Avranno pazienza i pendolari alle loro stazioni periferiche se il loro treno è sovraffollato, in ritardo o guasto. Potranno consolarsi la sera con le ostriche della Normandia, arrivate leste e fresche sugli scaffali dei nostri migliori SuperMercati, che sono sempre più Super.

Si chiama progresso, n’est-ce pas?

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